domenica 13 luglio 2014

Barone Ricasoli, vecchie cartoline con fantasma a sorpresa!

Oggi curiosando sul web ho trovato delle vecchie cartoline del Castello di Brolio.



Improvvisamente però mi sono ritrovata delle immagini tratte da riviste d'epoca.


Questa mi ha particolarmente incuriosito, perciò mi sono andata a cercare materiale a riguardo
 e leggete qui cosa ho trovato:
Bettino Ricasoli (1809-1880). Uomo importante in vita, il suo spettro ha turbato a lungo le notti di questa zona di Toscana con apparizioni e scherzi macabri. Gli abitanti del Chianti la raccontano da oltre un secolo così.  La sera del 23 ottobre 1880 fu il domestico a scoprire il corpo senza vita del barone Bettino Ricasoli. Questi era stato colto da un attacco cardiaco mentre leggeva un libro nel suo studio. Era morto di colpo, senza neanche gli ultimi sacramenti, ma non in modo inaspettato. Tre anni prima gli era stata diagnosticata un’insufficienza cardiaca e quel tempo gli era stato prezioso per preparare la sua successione con lo stesso rigore che aveva contraddistinto tutta la sua vita. I giornali dell’epoca diedero ampio risalto alla morte dell’illustre barone dedicandogli lunghi articoli.
La salma del barone non venne inumata subito. Si dovette aspettare l’autorizzazione del prefetto di Siena e la tumulazione avvenne soltanto il due dicembre. Fino a quel momento la salma era stata tenuta presso l’altare della cripta della cappella di famiglia e fu durante questo periodo che cominciarono a circolare dicerie su strani avvistamenti all’interno e nei dintorni del castello. Le voci divennero velocemente veri e propri racconti e si diffusero in un’ampia zona del Chianti. Alcuni tratti erano comuni, altri variavano secondo il narratore, ma tutti avevano un unico protagonista: lo spettro del redivivo Barone Ricasoli.
Avvenimenti inquietanti erano già successi al momento del suo funerale. Durante la funzione nella cappella di famiglia improvvise raffiche di vento fecero impallidire i presenti. Le finestre si aprivano e chiudevano violentemente come mosse da una mano invisibile. Uno sciame di falene invase la sala costringendo molti a fuggire. Come se non bastasse, ancora più inspiegabile fu quello che accadde ai malcapitati scelti per portare la bara nel luogo della sepoltura. Quattro uomini provarono una prima volta a sollevarla, ma la bara era così pesante da sembrare piena di pietre. Sbigottiti, riprovarono una e più volte, ma non c’era nulla da fare. In loro soccorso sopraggiunse il prete, che pronunciò strane parole in latino che i contadini non potevano capire e poi chiese agli uomini di riprovare. Tra lo stupore generale, la bara era diventata di colpo leggera, senza più peso, quasi che il corpo fosse svanito. Certo, nessuno ebbe il coraggio di controllarne il contenuto, ma tutti lessero questi accadimenti in modo univoco: l’anima del barone era dannata.
Il barone appariva di notte tutto vestito di nero sempre in sella al suo cavallo. Entrava nelle cucine per distruggere i piatti appena lavati. Guastava le lenzuola del suo letto che le governanti sistemavano ogni mattina. Svegliava i contadini nel mezzo della notte fissandoli con un ghigno diabolico. Si accostava silenzioso ai viandanti che si erano attardati terrorizzandoli e alcune morte improvvise furono addossate a cuori troppo fragili che non avevano sopportato la vista del barone. Qualcuno, però, racconta di aver ricevuto soccorso dallo spettro di Bettino, come il contadino che si era ritrovato le ruote del suo carro immerse nel fango. Preso dalla disperazione, invocò lo spirito del vecchio e questi lo aiutò a trascinare il carro sulla terra asciutta.
Passano gli anni e si succedono le generazioni, ma lo spettro di Bettino continua a essere una presenza fissa nel Chianti. Nel 1965 Renato Polese, un giornalista della Domenica del Corriere, incuriosito da questi racconti decide di passare una notte al castello. Non è ancora scoccata la mezzanotte quando Polese si trova di fronte il fantasma di Ricasoli. Lo contempla a debita distanza e la settimana successiva fa uscire un articolo di tre pagine che racconta la sua notte straordinaria a Brolio. E’ la consacrazione mediatica dello spettro più famoso d’Italia.







ed ecco il mio nuovo acquerello!

lunedì 7 luglio 2014

La Bassa bolognese, Mulinèla o La Mulinèla (in dialetto bolognese orientale)

Molinella è un comune della bassa pianura bolognese ai confini con la bassa ferrarese.
Questo "bassa" che ricorre sempre rende l'idea della pianura che più piatta di così non si può.

Il nome della città deriva dall'antica e diffusa presenza di mulini ad acqua, adesso scomparsi.


Il toponimo Molinella, o meglio Torre di Santo Stefano della Mulinella, compare per la prima volta in un documento del 1322. La torre di Santo Stefano venne eretta nel medioevo per rafforzare il confine bolognese di nord-est.

Nel 1371 il cardinale Anglico scrive della torre: "La torre di Molinella è posta fra acque e valli e qui vi è un passo pel quale si va a d Argenta, a Ferrara, alla bassa Romagna per acqua e dal qual passo transitano molte mercanzie, tante importate a Bologna, quante esportate per detti luoghi. Dista IV miglia andando per acqua dalla torre dei Cavalli, e circa XX da Bologna e circa X da Argenta. Detta torre è custodita da un castellano bolognese che ha prestate buone garanzie alla Camera e riceve in paga sei fiorini e mezzo" 


Il campanile pendente: 


Fare il disegno preciso è fondamentale per poi passarlo dopo con gli acquerelli





ed ecco il risultato.



martedì 1 luglio 2014

Di nuovo a Villa Vistarenni

Eccoci di nuovo davanti il magnifico castello di Vistarenni,  una villa risalente all'anno mille, 
a cui successivamente è stato dato un aspetto rinascimentale. La villa sorge in una splendida posizione in pieno territorio chiantigiano. La facciata è caratterizzata da una scala spezzata in due tronconi di notevole impatto scenografico.
La Villa e' un suggestivo luogo per matrimoni, ospitando 35 persone tra la Villa e la Dependance. Il fascino che incornicia la villa puo' fare da corollario ad un matrimonio o un avvenimento all'insegna del buon gusto e del romanticismo. La splendida facciata della villa e il palcoscenico naturale delle colline del Chianti Classico faranno da sfondo alle vostre foto piu' belle, perche' non ci sia nulla dei momenti magici che state vivendo da non suggellare in un perfetto connubio tra poesia e armonia. A pochi passi - See more at: http://www.villavistarenni.com/ita/content.php?page=44#sthash.ILEdz7JS.dpuf
 La villa è un suggestivo scenario dove si organizzano eventi e soprattutto matrimoni.
La Villa e' un suggestivo luogo per matrimoni, ospitando 35 persone tra la Villa e la Dependance. - See more at: http://www.villavistarenni.com/ita/content.php?page=44#sthash.ILEdz7JS.dpuf
La Villa e' un suggestivo luogo per matrimoni, ospitando 35 persone tra la Villa e la Dependance. Il fascino che incornicia la villa puo' fare da corollario ad un matrimonio o un avvenimento all'insegna del buon gusto e del romanticismo. La splendida facciata della villa e il palcoscenico naturale delle colline del Chianti Classico faranno da sfondo alle vostre foto piu' belle, perche' non ci sia nulla dei momenti magici che state vivendo da non suggellare in un perfetto connubio tra poesia e armonia. A pochi passi - See more at: http://www.villavistarenni.com/ita/content.php?page=44#sthash.ILEdz7JS.dpuf
La Villa e' un suggestivo luogo per matrimoni, ospitando 35 persone tra la Villa e la Dependance. Il fascino che incornicia la villa puo' fare da corollario ad un matrimonio o un avvenimento all'insegna del buon gusto e del romanticismo. La splendida facciata della villa e il palcoscenico naturale delle colline del Chianti Classico faranno da sfondo alle vostre foto piu' belle, perche' non ci sia nulla dei momenti magici che state vivendo da non suggellare in un perfetto connubio tra poesia e armonia. A pochi passi - See more at: http://www.villavistarenni.com/ita/content.php?page=44#sthash.ILEdz7JS.dpuf
Entriamo curiose di vedere da vicino questa meraviglia.



Certo che da questo balcone si vede un panorama magnifico!



ed ecco il mio acquerello !


venerdì 25 aprile 2014

Voglia d'estate!

Sarò brevissima.
Oggi è stata una giornata quasi estiva!
Mi è venuta una gran voglia di prendere il pennello e dipingere un paesaggio pieno d'estate!
E mi è venuta una gran voglia di prendere la macchina e tornarmene in Toscana a scoprire qualche nuovo angolo di paradiso da catturare.

A presto con i nuovi Waterhello dalla Toscana!!!!!


lunedì 21 aprile 2014

Sry Lanka: I giardini botanici reali di Peradeniya

A Peradeniya, vicino a Kandy, nell'area precedentemente occupata dai giardini dei Re Kandyan sorgono i Giardini Botanici Reali, sulle sponde del fiume Mahaveli.


Naturalmente in questi luoghi gli inglesi hanno decisamente lasciato il segno: prati tagliati impeccabilmente, grande ordine e pulizia, devo dire anche i bagni pubblici non erano affatto male.


 


Immancabili gli sposini per il classico servizio fotografico, costumi meravigliosi e grande cordialità.


La serra delle orchidee.

e naturalmente i fiori di loto!


domenica 23 marzo 2014

Il tempio nelle nuvole


Il sito archeologico di Anuradhapura, la prima capitale dello Sri Lanka, dal V secolo a. C.  al IX secolo d. C., 
è un posto magico dove le donne arrivano al tempio vestite di bianco per portare le loro offerte, sempre con il sorriso sulle labbra, hanno in braccio i loro bambini, quasi sempre con il capo coperto.



Qui ad  Anuradhapura c'è l'albero più vecchio del mondo di oltre 2.200 anni, sotto le cui fronde il Buddha raggiunse l'illuminazione, è un luogo di incontro e di preghiera.




Immerso nel verde si intravede una delle meraviglie di questo paese, un "dagoba" bianco, un santuario, reliquiario a forma di campana che sembra sospeso sulle nuvole. La guida ci dice che viene ridipinto di bianco ogni anno, nella sua semplicità è immenso ed irreale.





Uno spettacolo stupefacente! Da catturare con i miei acquerelli...


domenica 9 marzo 2014

Sri Lanka. L'elefante è diventato il mio animale preferito

Comincio oggi il mio racconto del viaggio meraviglioso che ho fatto recentemente in quest'isola.

 Sri Lanka l'isola di smeraldo

Partita dalla capitale Colombo sono arrivata in un breve tragitto a Pinnawela per visitare l'orfanotrofio degli elefanti, dove sono ospitati esemplari che per diverse ragioni sono stati strappati al loro habitat naturale.






Mi accompagnava Claudio il tour leader dell'agenzia Robin Tour insieme alla guida locale, il signor Bonifacio Fernando: una persona deliziosa con un nome all'apparenza improbabile.
Nella realtà quest'isola è stata dominata per parecchio tempo dai portoghesi e perciò il cognome Fernando suona pressappoco come Rossi per noi. 


Il momento migliore della mattinata è stato il bagno degli elefanti nel fiume Maha Oya,
 uno spettacolo indimenticabile.










Non mi sono fatta mancare a questo punto la gita sull'elefante, con annesso bagno (dell'elefante) nel fiume.
Ho capito che sono animali straordinari, pazienti, sensibili e grandi osservatori.


È nato così il mio grande amore per questa "bestiola" .