Oggi curiosando sul web ho trovato delle vecchie cartoline del Castello di Brolio.
Improvvisamente però mi sono ritrovata delle immagini tratte da riviste d'epoca.
Questa mi ha particolarmente incuriosito, perciò mi sono andata a cercare materiale a riguardo
e leggete qui cosa ho trovato:
Bettino Ricasoli (1809-1880). Uomo importante in vita, il suo
spettro ha turbato a lungo le notti di questa zona di Toscana con
apparizioni e scherzi macabri. Gli abitanti del Chianti la raccontano da oltre un secolo così. La sera del 23 ottobre 1880 fu il domestico a scoprire il corpo senza
vita del barone Bettino Ricasoli. Questi era stato colto da un attacco
cardiaco mentre leggeva un libro nel suo studio. Era morto di colpo,
senza neanche gli ultimi sacramenti, ma non in modo inaspettato. Tre
anni prima gli era stata diagnosticata un’insufficienza cardiaca e quel
tempo gli era stato prezioso per preparare la sua successione con lo
stesso rigore che aveva contraddistinto tutta la sua vita. I giornali
dell’epoca diedero ampio risalto alla morte dell’illustre barone
dedicandogli lunghi articoli.
La salma del barone non venne inumata subito. Si dovette aspettare
l’autorizzazione del prefetto di Siena e la tumulazione avvenne soltanto
il due dicembre. Fino a quel momento la salma era stata tenuta presso
l’altare della cripta della cappella di famiglia e fu durante questo
periodo che cominciarono a circolare dicerie su strani avvistamenti
all’interno e nei dintorni del castello. Le voci divennero velocemente
veri e propri racconti e si diffusero in un’ampia zona del Chianti.
Alcuni tratti erano comuni, altri variavano secondo il narratore, ma
tutti avevano un unico protagonista: lo spettro del redivivo Barone
Ricasoli.
Avvenimenti inquietanti erano già successi al momento del suo
funerale. Durante la funzione nella cappella di famiglia improvvise
raffiche di vento fecero impallidire i presenti. Le finestre si aprivano
e chiudevano violentemente come mosse da una mano invisibile. Uno
sciame di falene invase la sala costringendo molti a fuggire. Come se
non bastasse, ancora più inspiegabile fu quello che accadde ai
malcapitati scelti per portare la bara nel luogo della sepoltura.
Quattro uomini provarono una prima volta a sollevarla, ma la bara era
così pesante da sembrare piena di pietre. Sbigottiti, riprovarono una e
più volte, ma non c’era nulla da fare. In loro soccorso sopraggiunse il
prete, che pronunciò strane parole in latino che i contadini non
potevano capire e poi chiese agli uomini di riprovare. Tra lo stupore
generale, la bara era diventata di colpo leggera, senza più peso, quasi
che il corpo fosse svanito. Certo, nessuno ebbe il coraggio di
controllarne il contenuto, ma tutti lessero questi accadimenti in modo
univoco: l’anima del barone era dannata.
Il barone appariva di notte tutto vestito di nero sempre in sella al
suo cavallo. Entrava nelle cucine per distruggere i piatti appena
lavati. Guastava le lenzuola del suo letto che le governanti sistemavano
ogni mattina. Svegliava i contadini nel mezzo della notte fissandoli
con un ghigno diabolico. Si accostava silenzioso ai viandanti che si
erano attardati terrorizzandoli e alcune morte improvvise furono
addossate a cuori troppo fragili che non avevano sopportato la vista del
barone. Qualcuno, però, racconta di aver ricevuto soccorso dallo
spettro di Bettino, come il contadino che si era ritrovato le ruote del
suo carro immerse nel fango. Preso dalla disperazione, invocò lo spirito
del vecchio e questi lo aiutò a trascinare il carro sulla terra
asciutta.
Passano gli anni e si succedono le generazioni, ma lo spettro di
Bettino continua a essere una presenza fissa nel Chianti. Nel 1965
Renato Polese, un giornalista della Domenica del Corriere, incuriosito
da questi racconti decide di passare una notte al castello. Non è ancora
scoccata la mezzanotte quando Polese si trova di fronte il fantasma di
Ricasoli. Lo contempla a debita distanza e la settimana successiva fa
uscire un articolo di tre pagine che racconta la sua notte straordinaria
a Brolio. E’ la consacrazione mediatica dello spettro più famoso
d’Italia.
ed ecco il mio nuovo acquerello!
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